Anno di nascita: 1995
Società di appartenenza: Belle Arti Roma
Specialità: 1500, 2000, 6000 mt Monopinna
Ho iniziato a nuotare all’età di sei anni, al Circolo Canottieri Aniene, facendo nuoto senza pinne; lasciai verso i 14 anni e mi affacciai alle Belle Arti dove provai per la prima volta la monopinna ai piedi che mi lasciò estasiata.
Dopo un anno lasciai, non avevo più alcuna voglia di nuotare, non sopportavo più quella riga nera sul fondo, le delusioni accumulate erano troppe, la testa e il fisico avevano bisogno di staccare...
Il periodo di crisi tipico adolescenziale (16/17 anni) e ancora me ne pento di aver smesso quell’anno perché senza dubbio i risultati tutt’ora sarebbero migliori.
Dopo un anno fuori dall’acqua ritornai alle Belle Arti. Convinta di riiniziare tutto, di prendermi le mie soddisfazioni, perfettamente consapevole della fatica alla quale sarei andata incontro e all’infinito lavoro che mi aspettava per raggiungere passo dopo passo il mio obbiettivo che diventava ogni giorno più pretenzioso dati gli esiti dei tempi.
Finita la preparazione atletica, iniziai ad allenarmi due volte al giorno, tutti i giorni (come tutt’ora), seguendo un regime alimentare sano.
La sera avevo un male alle gambe e ai piedi indescrivibile.
Troppo lavoro dovevo fare, temevo il mio fisico non reggesse tutto quello sforzo insieme e che non sarei mai stata in grado di rimettermi a passo delle altre, in poche parole avevo paura di non poter competere.
Però l’allenamento viene sempre ricompensato o prima o dopo, se hai giusti allenatori e l’obbiettivo ben prefissato; bisogna solo aspettare e avere pazienza (a me manca purtroppo).
La soddisfazione più grossa per me è stata essere convocata a giugno al Mondiale del 2015 che si svolse in Cina a Yantai. Tutta la fatica era stata ripagata, all’improvviso mi sono sentita le gambe leggere sensazione che non provavo da un anno.
L’emozione più grande è stata salire sul podio Mondiale a Yantai con la staffetta 4x2000.
Non so come ringraziare il mio allenatore Marco Carosi e Andrea Laureti che mi hanno riaccolta a braccia aperte anche dopo l’anno di stop e non hanno mai smesso di credere in me.
Il mio allenatore è Marco, ci poniamo gli obbiettivi insieme e cerchiamo di raggiungerli. Lo scorso anno era essere convocati al Mondiale in Grecia e ci siamo riusciti. Lui mi dice quello che devo fare e io cerco di farlo al mio meglio. È come un secondo papà per me, e la mia paura più grande e di deluderlo e di non essere alla sua altezza come atleta.
Riguardo i più piccoli atleti che hanno appena iniziato il percorso agonistico, posso certamente dire che l’allenamento, come scritto sopra, viene sempre ripagato e che non bisogna mai adagiarsi sui risultati perché si può sempre fare meglio, bisogna sempre migliorare.
Bisogna essere felici di faticare e di arrivare a casa stravolti perché vuol dire che hai dato il massimo e se non lo si dà state pur certi che i risultati non saranno dei migliori.
Rimanere sempre con i piedi per terra perché appena ne sollevi anche solo uno ti prendono il posto e i tempi cominciano ad alzarsi.
Non abbattetevi quando una gara va male dopo tanti sacrifici, perché vuol dire che ancora non è arrivato il vostro momento. Tutti i boccioli prima o poi sbocciano se annaffiati ogni giorno. L’allenamento deve essere sempre una gara con voi stessi e il cronometro. Solo a due cose dovete credere al Cronometro e all’allenatore.
Non mollate appena sentite la fatica perché è proprio lì che subentra l’allenamento. Non abbiate paura di rischiare. Ascoltate la vostra testa e non quella degli altri, non fatevi inculcare nella testa tante idiozie spesso frutto di invidie. Ascoltate il vostro allenatore e fate tesoro delle sue correzioni, fidatevi ciecamente di lui e della sua esperienza. Così condividerete insieme gioie e dolori e si istaurerà tra di voi un rapporto meraviglioso ineguagliabile con il rapporto che avete con gli altri, e quello sarà il vostro punto di forza.
Ponetevi un obbiettivo e cercate di raggiungerlo a tutti i costi ma non pensate solo al risultato che volete ottenere, ma al percorso che dovrete compiere per fare centro.
Non cercate di prendere scorciatoie ma bensì la strada con più ostacoli. Più difficile e tortuoso sarà il cammino, più grosso il vostro trionfo personale.
Società di appartenenza: Belle Arti Roma
Specialità: 1500, 2000, 6000 mt Monopinna
Ho iniziato a nuotare all’età di sei anni, al Circolo Canottieri Aniene, facendo nuoto senza pinne; lasciai verso i 14 anni e mi affacciai alle Belle Arti dove provai per la prima volta la monopinna ai piedi che mi lasciò estasiata.
Dopo un anno lasciai, non avevo più alcuna voglia di nuotare, non sopportavo più quella riga nera sul fondo, le delusioni accumulate erano troppe, la testa e il fisico avevano bisogno di staccare...
Il periodo di crisi tipico adolescenziale (16/17 anni) e ancora me ne pento di aver smesso quell’anno perché senza dubbio i risultati tutt’ora sarebbero migliori.
Dopo un anno fuori dall’acqua ritornai alle Belle Arti. Convinta di riiniziare tutto, di prendermi le mie soddisfazioni, perfettamente consapevole della fatica alla quale sarei andata incontro e all’infinito lavoro che mi aspettava per raggiungere passo dopo passo il mio obbiettivo che diventava ogni giorno più pretenzioso dati gli esiti dei tempi.
Finita la preparazione atletica, iniziai ad allenarmi due volte al giorno, tutti i giorni (come tutt’ora), seguendo un regime alimentare sano.
La sera avevo un male alle gambe e ai piedi indescrivibile.
Troppo lavoro dovevo fare, temevo il mio fisico non reggesse tutto quello sforzo insieme e che non sarei mai stata in grado di rimettermi a passo delle altre, in poche parole avevo paura di non poter competere.
Però l’allenamento viene sempre ricompensato o prima o dopo, se hai giusti allenatori e l’obbiettivo ben prefissato; bisogna solo aspettare e avere pazienza (a me manca purtroppo).
La soddisfazione più grossa per me è stata essere convocata a giugno al Mondiale del 2015 che si svolse in Cina a Yantai. Tutta la fatica era stata ripagata, all’improvviso mi sono sentita le gambe leggere sensazione che non provavo da un anno.
L’emozione più grande è stata salire sul podio Mondiale a Yantai con la staffetta 4x2000.
Non so come ringraziare il mio allenatore Marco Carosi e Andrea Laureti che mi hanno riaccolta a braccia aperte anche dopo l’anno di stop e non hanno mai smesso di credere in me.
Il mio allenatore è Marco, ci poniamo gli obbiettivi insieme e cerchiamo di raggiungerli. Lo scorso anno era essere convocati al Mondiale in Grecia e ci siamo riusciti. Lui mi dice quello che devo fare e io cerco di farlo al mio meglio. È come un secondo papà per me, e la mia paura più grande e di deluderlo e di non essere alla sua altezza come atleta.
Riguardo i più piccoli atleti che hanno appena iniziato il percorso agonistico, posso certamente dire che l’allenamento, come scritto sopra, viene sempre ripagato e che non bisogna mai adagiarsi sui risultati perché si può sempre fare meglio, bisogna sempre migliorare.
Bisogna essere felici di faticare e di arrivare a casa stravolti perché vuol dire che hai dato il massimo e se non lo si dà state pur certi che i risultati non saranno dei migliori.
Rimanere sempre con i piedi per terra perché appena ne sollevi anche solo uno ti prendono il posto e i tempi cominciano ad alzarsi.
Non abbattetevi quando una gara va male dopo tanti sacrifici, perché vuol dire che ancora non è arrivato il vostro momento. Tutti i boccioli prima o poi sbocciano se annaffiati ogni giorno. L’allenamento deve essere sempre una gara con voi stessi e il cronometro. Solo a due cose dovete credere al Cronometro e all’allenatore.
Non mollate appena sentite la fatica perché è proprio lì che subentra l’allenamento. Non abbiate paura di rischiare. Ascoltate la vostra testa e non quella degli altri, non fatevi inculcare nella testa tante idiozie spesso frutto di invidie. Ascoltate il vostro allenatore e fate tesoro delle sue correzioni, fidatevi ciecamente di lui e della sua esperienza. Così condividerete insieme gioie e dolori e si istaurerà tra di voi un rapporto meraviglioso ineguagliabile con il rapporto che avete con gli altri, e quello sarà il vostro punto di forza.
Ponetevi un obbiettivo e cercate di raggiungerlo a tutti i costi ma non pensate solo al risultato che volete ottenere, ma al percorso che dovrete compiere per fare centro.
Non cercate di prendere scorciatoie ma bensì la strada con più ostacoli. Più difficile e tortuoso sarà il cammino, più grosso il vostro trionfo personale.