di Mike Maric
Che sott’acqua si vada più veloci rispetto in superficie questo, oggi, si sa, ma sul come andarci, a mio avviso, diventa più che mai vero motivo di lavoro e miglioramento!
Che cos’ è la monopinna e perché scegliere la monopinna come strumento tecnico?
La monopinna nasce in Russia nel 1968 e rappresenta “la Formula 1” del mondo acqua; qualsiasi persona indossandola si rende conto sin da subito di come sia un attrezzo, non semplice, ma indubbiamente veloce. In questi 45 anni di storia, ci sono stati tanti cambiamenti ed evoluzioni, inoltre il mercato offre diverse tipologie di attrezzi che possono soddisfare le richieste quanto mai più differenziate anche se, spesso, scegliere una monopinna non è semplicissimo in quanto devono essere provate e la loro reperibilità non è immediata.
Innanzitutto bisogna distinguere l’utente dell’attrezzo: se un dilettante o un professionista, in seconda istanza in quale settore cioè se parliamo di apnea, nuoto pinnato o perché no anche del nuoto; in terza istanza la finalità, cioè un conto è imparare con una tipologia di attrezzo un conto è competere e ricercare la perfomance per una determinata disciplina, vuoi nell’apnea o nel nuoto pinnato con le relative differenze.
Ma quanti sanno o ricordano che nel mondo nuoto, fu proprio la statunitense Misty Hyman e il suo tecnico Bob Gillet, nel lontano 1996, ad utilizzare la monopinna come propedeutico alla competizione?! E forse ancora pochi sanno che fu proprio Rossana Majorca, figlia del grande Enzo, che proprio nel 1992 utilizzava la monopinna per scendere in apnea, a -58m utilizzando questo meraviglioso attrezzo!
Indubbiamente le donne ed i loro tecnici sono sempre state avanti, e lo saranno, come pensiero e come ricerca di qualcosa di innovativo e “sperimentale”, ma pure sempre finalizzato alla ricerca del risultato. Oggi più che mai nel mondo nuoto si parla di apnea, di tecnica di nuotata subacquea e il famoso 5° stile “the Fifth Competitive Stroke”, risulta essere e fare la differenza.
Sono molti i parametri su cui lavorare, sia a secco che in acqua, ma l’utilizzo della monopinna e di un tecnico specializzato possono fare la differenza. Lavorare sulla corretta posizione, sul movimento del bacino e sulle caviglie sono i punti strategici che permettono poi di fare il salto di qualità nelle diverse discipline. Inoltre, la videoripresa subacquea fornisce tutta una serie di informazioni utili alla programmazione del lavoro per implementare il gesto tecnico.
I risultati che si ottengono sono importanti, basti pensare alle medaglie ottenute da Ilaria Bonin (apnea) e Stefano Figini (nuoto pinnato) , i due Campioni Mondiali di riferimento che abbiamo in Italia ed invidiati dagli altri Paesi, che hanno aderito al “Monofin Project”. Oggi questi due “grandi” atleti, in realtà “piccoli” come caratteristiche antropometriche, fanno la differenza: ai loro piedi una monopinna e soprattutto un grande lavoro tecnico di preparazione.
Presto scopriremo tanti piccoli segreti che sono quelli utili a fare la differenza.