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I Nostri Campioni - Stefano Konjedic

4/10/2017

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Anno di nascita: 1997
Società di appartenenza: Euro Team Torino
Specialità: 50 AP, 50, 100, 200, 400 NP


Io da sempre ho classificato il nuoto pinnato come la cosa più importante della mia adolescenza, che mi ha appassionato e mi ha regalato molte emozioni. E’ uno sport equo, dove più dai e più ricevi. I risultati non sono falsati da scelte e decisioni umane, ma imparziali e stabiliti solamente dal cronometro.
I frutti raccolti sono bilanciati con la fatica e l’impegno. Posso dire che per me è diventato uno stile di vita, non un semplice sport.

Mi alleno a Torino, la società per cui gareggio è l’Euro Team Torino, ha sede in Carignano ed è stata fondata dalla famiglia Mangherini.

Ho iniziato con il nuoto puro in prima elementare ma decisi di smettere finita la quinta perché arrivò un nuovo allenatore da noi giudicato poco competente. Quindi cambiai e mi iscrissi al nuoto pinnato in prima media.
Questo ambiente già al primo impatto mi sembrò più piacevole,  costituito da amici e non circondato da egoismo e rivalità come c’era nel mondo del puro. Iniziai quindi a nuotare con le pinne, fino a quando l’allenatore di quel periodo,  Denis Ciampa, decise di farmi provare la monopinna.
Ci fu amore a prima vista, i risultati cronometrici erano promettenti e io mi divertivo molto, adoravo la sensazione di velocità massima e quella che mi trasmetteva l’acqua che scorreva veloce sulla pelle.

Le mie specialità sono cambiate con la crescita del mio fisico:
I primi 6 anni, quindi fino alla terza superiore, facevo principalmente i 200 e 400 metri.
Dalla quarta superiore in avanti riuscii bene anche nelle gare di velocità: 50NP, 50 apnea, 100NP.
Oggi la mia specialità è la velocità, sia in apnea che in superficie, ma ottengo buoni risultati anche nei 200m e 400m.

Mi alleno dal lunedì al sabato, 13 volte a settimana, di cui 8 di nuoto pinnato, 3 di palestra e 2 di apnea seguito da Monica Barbero ( Commissario Tecnico per la Nazionale di Apnea).

La squadra con cui mi alleno è speciale, siamo un gruppo molto unito e affiatato,  costituito da atleti che partono dai 12/13 anni fino ai 23. 
Nella vita mi sono rimaste impresse diverse gare, ad esempio gli 8 record italiani realizzati lo scorso anno,la medaglia d’argento ai mondiali di apnea a Giugno 2016, l’inaspettato secondo posto nella staffetta 4x50 mix agli Europei In Polonia, ma senza dubbio quella più bella ed emozionante l’ho fatta  quest’anno a Cagliari all’Europeo di Apnea, dove ho visto fermare il tempo al di sotto del limite mondiale, mettendo alle mie spalle il fortissimo atleta tedesco che è un pilastro del nuoto pinnato.

Ho deciso di dedicare un anno della mia vita al nuoto, per cercare di fare un salto di qualità, nel frattempo sto prendendo alcuni brevetti che mi potranno servire in futuro:  la Patente Nautica e il brevetto di Apnea ( per poi diventare istruttore). Per il prossimo anno accademico intendo iscrivermi all’Università alla facoltà di Scienze Motorie.

Il mio sogno, fin da quando ero ragazzino è rimasto lo stesso: Riuscire ad entrare nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro per potermi dedicare completamente a questo sport. Non ci sarebbe nulla che mi ripagherebbe di più e che mi consentirebbe di dedicare tutte le mie energie alla ricerca dei risultati più ambiziosi.
Fuori dall’acqua, finiti gli studi, vorrei  trovare un lavoro vicino al mare “ la mia passione”, aprendo un’ attività insieme a mio fratello Davide.

Ai più piccoli dico: credete in quello che fate; bisogna sempre rincorrere i sogni che caratterizzano la vostra vita perché se sono davvero importanti, la voglia di raggiungerli sarà superiore a qualsiasi ostacolo  che troverete sul vostro cammino.
Per riuscire bene in questo sport ci vuole determinazione e costanza.  Anche se i primi anni vi sembrerà di sprecare il tempo perché non potete andare a giocare con gli amici, crescendo vi  accorgerete di aver fatto la cosa giusta, perché  questo è uno sport che ti forma, ti prepara alla vita sia dentro che al di fuori della piscina.

Vorrei ringraziare in particolar modo il mio allenatore principale, un uomo molto preparato tecnicamente sia nel nuoto pinnato che nella vita. Mi ha sempre aiutato da quando ci siamo conosciuti. Ha un’enorme fiducia nelle mie potenzialità, addirittura superiore a quella che penso di avere io stesso. Si arrabbia e sta male quando non riesco a realizzare i risultati che spera e gioisce insieme a me quando vinco. Gli si legge negli occhi che crede davvero in quello che fa.
Se devo dire grazie a qualcuno per dove sono arrivato,  è  proprio a lui: Andrea  Mangherini.
Stiamo percorrendo un cammino insieme da diversi anni e lo porteremo a termine;  è un progetto  che solo noi conosciamo. 
Il mio grazie di cuore  va anche al mio secondo allenatore Alberto Milan e all’ allenatrice di apnea Monica Barbero.
Monica la conosco da appena due anni, ma sono stati sufficienti per capire che è una persona speciale.
Ringrazio molto anche i miei genitori che da sempre mi hanno supportato e motivato a continuare ad impegnarmi nello  sport.

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I Nostri Campioni - Mara Zaghet

4/3/2017

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Anno di nascita: 1995
Società di appartenenza: Belle Arti Roma
Specialità: 1500, 2000, 6000 mt Monopinna


Ho iniziato a nuotare all’età di sei anni, al Circolo Canottieri Aniene, facendo nuoto senza pinne; lasciai verso i 14 anni e mi affacciai alle Belle Arti dove provai per la prima volta la monopinna ai piedi che mi lasciò estasiata.

Dopo un anno lasciai, non avevo più alcuna voglia di nuotare, non sopportavo più quella riga nera sul fondo, le delusioni accumulate erano troppe, la testa e il fisico avevano bisogno di staccare...
Il periodo di crisi tipico adolescenziale (16/17 anni) e ancora me ne pento di aver smesso quell’anno perché senza dubbio i risultati tutt’ora sarebbero migliori.

Dopo un anno fuori dall’acqua ritornai alle Belle Arti. Convinta di riiniziare tutto, di prendermi le mie soddisfazioni, perfettamente consapevole della fatica alla quale sarei andata incontro e all’infinito lavoro che mi aspettava per raggiungere passo dopo passo il mio obbiettivo che diventava ogni giorno più pretenzioso dati gli esiti dei tempi.
Finita la preparazione atletica, iniziai ad allenarmi due volte al giorno, tutti i giorni (come tutt’ora), seguendo un regime alimentare sano.
La sera avevo un male alle gambe e ai piedi indescrivibile.
Troppo lavoro dovevo fare, temevo il mio fisico non reggesse tutto quello sforzo insieme e che non sarei mai stata in grado di rimettermi a passo delle altre, in poche parole avevo paura di non poter competere.
Però l’allenamento viene sempre ricompensato o prima o dopo, se hai giusti allenatori e l’obbiettivo ben prefissato; bisogna solo aspettare e avere pazienza (a me manca purtroppo).

La soddisfazione più grossa per me è stata essere convocata a giugno al Mondiale del 2015 che si svolse in Cina a Yantai. Tutta la fatica era stata ripagata, all’improvviso mi sono sentita le gambe leggere sensazione che non provavo da un anno.
L’emozione più grande è stata salire sul podio Mondiale a Yantai con la staffetta 4x2000.

Non so come ringraziare il mio allenatore Marco Carosi e Andrea Laureti che mi hanno riaccolta a braccia aperte anche dopo l’anno di stop e non hanno mai smesso di credere in me.
Il mio allenatore è Marco, ci poniamo gli obbiettivi insieme e cerchiamo di raggiungerli. Lo scorso anno era essere convocati al Mondiale in Grecia e ci siamo riusciti. Lui mi dice quello che devo fare e io cerco di farlo al mio meglio. È come un secondo papà per me, e la mia paura più grande e di deluderlo e di non essere alla sua altezza come atleta.

Riguardo i più piccoli atleti che hanno appena iniziato il percorso agonistico, posso certamente dire che l’allenamento, come scritto sopra, viene sempre ripagato e che non bisogna mai adagiarsi sui risultati perché si può sempre fare meglio, bisogna sempre migliorare.
Bisogna essere felici di faticare e di arrivare a casa stravolti perché vuol dire che hai dato il massimo e se non lo si dà state pur certi che i risultati non saranno dei migliori.

Rimanere sempre con i piedi per terra perché appena ne sollevi anche solo uno ti prendono il posto e i tempi cominciano ad alzarsi.
Non abbattetevi quando una gara va male dopo tanti sacrifici, perché vuol dire che ancora non è arrivato il vostro momento. Tutti i boccioli prima o poi sbocciano se annaffiati ogni giorno. L’allenamento deve essere sempre una gara con voi stessi e il cronometro. Solo a due cose dovete credere al Cronometro e all’allenatore.

Non mollate appena sentite la fatica perché è proprio lì che subentra l’allenamento. Non abbiate paura di rischiare. Ascoltate la vostra testa e non quella degli altri, non fatevi inculcare nella testa tante idiozie spesso frutto di invidie. Ascoltate il vostro allenatore e fate tesoro delle sue correzioni, fidatevi ciecamente di lui e della sua esperienza. Così condividerete insieme gioie e dolori e si istaurerà tra di voi un rapporto meraviglioso ineguagliabile con il rapporto che avete con gli altri, e quello sarà il vostro punto di forza.

Ponetevi un obbiettivo e cercate di raggiungerlo a tutti i costi ma non pensate solo al risultato che volete ottenere, ma al percorso che dovrete compiere per fare centro.
Non cercate di prendere scorciatoie ma bensì la strada con più ostacoli. Più difficile e tortuoso sarà il cammino, più grosso il vostro trionfo personale.

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I nostri Campioni - Andrea Pegoraro

18/4/2016

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Anno di nascita: 1992
Società di appartenenza: Natatorium Treviso
Specialità: 50, 100, 200 pinne



Ciò che mi farebbe piacere far sapere ai ragazzi di oggi è che, in primis, fare sport è molto importante, anzichè che star davanti alla TV o ad un videogioco; in secundis, che praticare uno sport come il Nuoto Pinnato ti può dare un sacco di emozioni oltre che un sacco di divertimento ed un sacco di amici (e lo dice uno che gli amici li trova ovunque). In questo sport, l'ho provato sulla mia pelle che anche il tuo nemico è un amico. Già, proprio così...

Io vengo dal nuoto "puro" (come viene chiamato dai "pinnipedi") e in quel contesto lo sport è vissuto malamente, secondo me. Sembra che tutti debbano primeggiare sugli altri a tutti i costi! Anche il tuo compagno di squadra delle volte ti taglierebbe le gambe pur di prendere il tuo posto!
Nel Nuoto Pinnato non è così. Nel mondo del Pinnato si vive la vera anima dello sport, del fair play e dell' amicizia.

La mia storia è un po strana a dire la verità perché io, teoricamente, non sarei mai dovuto diventare un agonista. Infatti, ho iniziato a fare agonismo a 12 anni per scommessa! Ho cominciato a nuotare sin da piccolo, da quando avevo 6 anni, nei semplici corsi di nuoto (non federali) senza poter praticare agonismo perché nella mia piscina comunale c'era una lista d' attesa lunga 3 anni. Successivamente, per seguire gli amici, ho praticato basket fino agli 11 anni, dove mi hanno trovato un problema alle ginocchia (morbo di Osgood Schlatter) che mi ha provocato dolori e problemi nella deambulazione. Di conseguenza, il medico mi disse che l' unico sport che avrei potuto praticare per recuperare il movimento sarebbe stato il nuoto (senza far rana o delfino).

Così, ho ripreso a nuotare con i miei fratelli nei soliti corsi, ma nel frattempo mia sorella, essendo brava e dell' età giusta (6 anni), è stata presa nella squadra agonistica. La cosa non mi andava giù e, proprio per scommessa, l' allora allenatore degli esordienti A mi prese in squadra e mi fece mettere le pinne per star dietro agli altri; mi disse: "se riuscirai a star dietro a loro, ti terrò nella squadra, altrimenti tornerai a fare scuola nuoto". Essendo oltretutto cicciottello, per me è stato molto difficile ambientarmi, ma ho sempre cercato di dimostrare il mio valore e per non deludere i miei genitori ho sempre cercato di dare il massimo e di primeggiare, anche se era difficilissimo. Infatti, l' allora allenatore di Nuoto Pinnato (che tra l' altro, è il mio attuale allenatore) vide in me delle potenzialità e mi chiese di provare... fu amore a prima vista! La velocità espressa dalle pinne faceva per me!

Però, volevo sbancare nel nuoto e quindi mi concentrai su questo sport. Pian piano sono riuscito a migliorare fino ad arrivare in Nazionale di nuoto nel 2008 ed ottenere degli ottimi risultati.
Allo stesso tempo, però, talvolta partecipavo a qualche garetta di Pinnato.
E così, sono stato selezionato nella Nazionale giovanile nel 2009 e sono riuscito a portare a casa le mie seconde medaglie internazionali.
Nel nuoto, ormai, non mi trovavo più a mio agio, ma dato che avevo dei buoni propositi per il futuro, hanno cercato di pomparmi per farmi andare ancora più forte e prendere il nuoto non più come uno sport, ma come un lavoro. Non mi divertivo più e così, a malincuore, ho mollato.
Da lì ho ricominciato a pensare seriamente al Pinnato e così, da far qualche allenamento con le pinne prima degli Italiani, ho iniziato ad allenarmi tutti i giorni duramente. Ed è da quì che cominciano tutti i miei veri risultati nel Pinnato: medaglie italiane, europee e mondiali (per ora solo una, ma ci stiamo lavorando!).

Vorrei, inoltre, far sapere ai ragazzi che, anche se pensano di non essere i più forti o di non essere capaci, non devono mollare al primo ostacolo. Io stesso venivo perennemente preso in giro, ero il pagliaccio di turno, un pò come ora... 
Non bisogna mollare mai!!!
Mi hanno insegnato che la gara non la vince chi è più forte e veloce, ma quello che molla per ultimo. Quindi, non abbandonate i vostri sogni, ma perseguiteli... Non si sa mai!

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I nostri Campioni - Silvia Baroncini

15/5/2015

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Anno di nascita: 1985
Società di appartenenza: Record Team Bologna A.s.d.
Specialità: 50, 100 e 200 Monopinna

 
Ho cominciato a praticare il nuoto pinnato dall’età di 14 anni, prima facevo nuoto puro; dopo aver partecipato ai miei primi Campionati Italiani Pinne a Bari ho infatti deciso di cambiare strada ed avvicinarmi a questa nuova realtà. La velocità che si riusciva a raggiungere in acqua con le pinne ed in seguito con la monopinna mi dava emozioni che non avevo mai provato prima. La squadra inoltre ha contribuito alla mia scelta; il clima che si respirava era molto più sereno.

Purtroppo nei primi anni di questa nuova avventura ho avuto diversi infortuni da cui, in un modo o nell' altro, sono sempre ripartita. A causa di questi, però, non ho mai avuto grossi risultati a livello giovanile; infatti, ho ricominciato a fare le gare seriamente dal secondo anno di terza categoria. Sinceramente non avrei mai pensato di poter diventare un’ atleta da nazionale, ero una come tante... poi nella mia squadra è cambiata la direzione tecnica ed è subentrato Federico Nanni, mio attuale allenatore nonché marito, e sono cominciati i miglioramenti, piccoli, ma continui.

Dal 2007, anno in cui ho conseguito la mia prima convocazione in nazionale per i Cmas World Games di Bari, ad oggi, è cominciato un percorso di crescita più che altro personale che mi ha portato a far parte da quasi dieci anni della rappresentativa azzurra e vincere con le mie compagne di staffetta numerose medaglie sia europee che mondiali ed a stabilire alcuni primati nazionali individuali.

La più grande emozione della mia carriera è stata riuscire ad essere la prima donna italiana ad abbattere il muro dei 19” nei 50 mt in superficie con la monopinna.


Se alla soglia dei trent’anni mi trovo ancora a praticare questo sport è perché con pinne e monopinna ai piedi le emozioni che ho provato il primo giorno sono le stesse che provo a tutt’ ora. Inoltre, il desiderio di spingermi sempre oltre quello che già avevo ottenuto ha caratterizzato il mio percorso in questo sport.

Ai ragazzi che si avvicinano per la prima volta al mondo del nuoto pinnato vorrei dire che la strada è sicuramente in salita e che la componente più difficile da sconfiggere siamo noi stessi con le nostre paure ed emozioni. Se si riesce però a trovare un giusto mix tra ambizioni e tranquillità nell’ affrontare una gara o un allenamento, il percorso è sicuramente più semplice.
Io sono riuscita a laurearmi, mi sono sposata e ora lavoro come insegnante di sostegno alle scuole elementari, praticando questo sport quotidianamente e con passione. Sacrifici? Beh, sì indubbiamente tanti, ma tutti comunque ripagati da gioie e ricordi bellissimi.

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Calcola il livello di ignoranza della nostra squadra! Forse, potrai farne parte anche tu!

1/5/2015

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In ogni squadra che si rispetti, c'è sempre un compagno ignorante.  Fai il test e scopri qual è l' atleta ignorante dell' Alba Sport più simile a te!

Questi sono i candidati:

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BEPPE
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LUZZI
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SPEZ
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STE

Clicca QUI per iniziare il test e... buona ignoranza!!!

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Gli AlbaSportiani

18/11/2014

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L'uomo ha camminato sulla Luna ed io non riesco a nuotare?!

Sono Davide Bertaccini tesserato Alba Sport!
Sino a 24 anni non sapevo nuotare, ma grazie all' Istruttore, Atleta e Amico Giuseppe Biasi, la mia situazione è cambiata da "Non me la sento di andare troppo distante dalla riva" a "Andiamo sul pedalò a fare i tuffi alle boe!".

Da ragazzino alcune esperienze mi portarono ad aver terrore dell'acqua profonda, tanto da impedirmi di imparare a nuotare (o perlomeno di rimanere a galla) anche dove si toccava. Questa paura mi ha impedito di godermi il mare, o un semplice tuffo in piscina con gli amici, in tutta la sua bellezza... difatti, mi sentivo sereno solo finché l'acqua non superava il collo e poi il divertimento svaniva.

La società Alba Sport nella persona di Beppe (Giuseppe Biasi) si è impegnata nel farmi superare questa paura; per mesi, con pazienza e gentilezza, ha fatto della mia debolezza un ricordo del passato! E badate bene che non sto parlando del "semplice" insegnare a muovere il corpo in un liquido, ma "insegnare" ad una persona prevenuta a non temere quel liquido ne i problemi che possono verificarsi. E per questo non basta essere buoni istruttori. Ho realmente sentito il supporto fisico e mentale di persone giovani, che si sono dedicate a Me e che con il loro impegno hanno trasformato un bimbo che sguazzava vicino la riva ad un ragazzo che una nuotatina a largo non la teme più!

Grazie Beppe, grazie Alba Sport!
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I nostri Campioni - Isabella Brambilla

12/11/2014

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Anno di nascita: 1997
Società di appartenenza: NPS Varedo
Specialità: 100, 200 e 400 Monopinna


Mi chiamo Isabella Brambilla, ho sedici anni, frequento la quarta liceo classico e pratico nuoto pinnato a livello agonistico nella società Nps Varedo; le mie distanze sono 100, 200 e 400 metri nuoto pinnato.
Ho cominciato questo sport due anni fa, dopo otto anni di nuoto sincronizzato, grazie anche a mio fratello che già lo praticava da diversi anni.
Dopo sei mesi ottenni una convocazione per gli Europei Giovanili di Stettino dove mi classificai sesta nei 200 metri individuali e sesta nella staffetta 4x200.

Quest'anno mi sono riconfermata campionessa italiana giovanile nelle mie specialità 100 e 200, arrivando in seguito quinta ai Mondiali Giovanili in entrambe le distanze, mentre negli Europei Assoluti mi sono classificata sesta nei 200 metri, seconda nella staffetta 4x100 e terza nella 4x200.

Sono fermamente convinta che le emozioni che si provano nuotando o praticando un qualsiasi altro sport a livello agonistico siano indescrivibili. Ci sono esperienze talmente incredibili e forti che non esistono parole di eguale intensità per narrarle, si può solo viverle.
Se ho ottenuto certi risultati in così poco tempo è soprattutto grazie alla mia determinazione e alla mia voglia di vincere, oltre che al necessario supporto della mia famiglia e del mio allenatore. Personalmente non credo nei limiti, tanto meno nell' impossibile; ritengo, anzi, che "impossibile" sia solo una grande parola pronunciata da un piccolo uomo. La vita è interamente nelle nostre mani e dipende esclusivamente da noi, dobbiamo solamente investire su noi stessi, decidere chi vogliamo diventare e cosa fare per diventarlo.. il resto, dopo tanti sforzi, impegni e sacrifici, verrà da sè, poiché gli ostacoli li vediamo solamente quando perdiamo di vista la meta.

A tutti i ragazzi auguro di saper inseguire il proprio sogno fino alla fine, per poter dire un giorno "ce l'ho fatta", continuando a rialzarsi di fronte alle sconfitte e persistendo di fronte alle difficoltà, imparando dai propri errori e divenendo sempre più forti giorno dopo giorno.
Per vincere bisogna passare attraverso tanto dolore, ma per avere successo bisogna necessariamente spingersi oltre.
I sogni sono alla nostra portata, bisogna solo crederci e saper stare al loro passo, augurandosi non che sia più facile, ma di diventare più forti, giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, passo dopo passo.
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trova le differenze - lealta'

8/9/2014

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- CALCIATORE:
spesso non vince il più forte, ma il più scorretto o "furbetto"; spesso chi perde tira fuori mille polemiche.
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- PINNATISTA:
vince il più forte. chi perde non è invidioso di chi vince perchè è semplicemente più forte di lui.
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CHE SPORT FARAI FARE A TUO FIGLIO?
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trova le differenze: balotelli - fumarola

30/8/2014

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CALCIATORE (esempio: BALOTELLI)
Per praticare lo sport che gli piace viene pagato molti milioni di euro all'anno e nonostante questo in campo è spesso scorretto, spesso è stato espulso dal campo di gioco per i suoi atteggiamenti aggressivi, se gli cambiano posizione si lamenta.
Non è un esempio positivo da esportare all'estero
.
Non è tra i migliori eppure non gli bastano i soldi che prende e cambia società appena può per prendere ancora più soldi.
Tutti lo conoscono e tutti vogliono una foto con lui.

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VERO CAMPIONE (esempio: FUMAROLA)
Campione di nuoto pinnato. Ha vinto molti ori mondiali, europei giovanili ed europei assoluti, ha conquistato tutti i record italiani di velocità, ha detenuto il record del mondo in diverse distanze e per molto tempo, è entrato nel Guiness World Record.
E' un ragazzo serio e simpatico dentro e fuori dall' acqua.
E' un esempio da esportare all'estero.
Per praticare lo sport che gli piace non viene pagato, anzi si compra le monopinne con i soldi che guadagna lavorando come istruttore di nuoto.
Nessuno lo conosce.

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trova le differenze: calciatore - brancato

30/8/2014

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CALCIATORE
Ha 25/30 anni e deve correre per soli 90 minuti.
Se è troppo stanco ha la possibilità di essere sostituito.
Tutti lo conoscono e tutti vorrebbero una foto con lui.
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VERO CAMPIONE (esempio: BRANCATO)
Ha 60 anni e ha percorso 140 miglia nautiche in otto giorni dalla Francia alla Sardegna con meteo sfavorevole, forti onde ed intensità del vento stabilendo il nuovo record mondiale di traversata di nuoto pinnato.
Se è troppo stanco, nessuno lo può sostituire.
Nessuno lo conosce.
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    Autore:
    Giuseppe Biasi

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